Per praticare, studiare e capire le vendite mi sono sempre riferito a un concetto della fisica, quello dei sistemi adattivi complessi.
La vendita è infatti un sistema adattivo complesso, un sistema dinamico formato da più parti che interagiscono tra loro.
Una delle caratteristiche principali di questo tipo di sistemi è la loro capacità di dare vita a comportamenti emergenti, ossia nuovi comportamenti che non possono essere previsti analizzando le unità che compongono i sistemi.
Detta in altri termini, il tutto è più della somma delle singole parti.
Proprio per questo motivo l’obiettivo di "The Sales Strategist" non è insegnare a vendere: sarebbe troppo irreale e pretenzioso.
La vendita è infatti un sistema adattivo complesso e non si può insegnare il tutto.
Non si possono insegnare i comportamenti emergenti, ad esempio l’istinto, fondamentale per ogni commerciale e nato dall’incrocio di strutture ambientali, capacità evolute del nostro cervello e regole generali.
L’unico modo per imparare a vendere è vendendo, punto.
Chi afferma il contrario mente o non l’ha mai fatto.
Nonostante ciò, il tutto rimane composto dalle singole parti e apprendere le singole parti o migliorarle rimane il training commerciale più efficace.
In pratica il tutto è compito di chi impara, le singole parti di chi insegna.
E’ da questo ragionamento che nascono i 3 obiettivi principali di "The Sales Strategist":
1. Formare i commerciali sulle singole parti del processo di vendita, dando loro le basi per lavorare in autonomia;
3. Massimizzare i risultati nel lungo periodo, fornendo ai commerciali il set di azioni più efficaci da compiere.
Questi 3 obiettivi poggiano sul concetto che è alla base di "The Sales Strategist", sul suo pilastro fondante: la trasformazione del pensiero strategico in attività tattica, cercando di colmare il gap che c’è tra teoria e pratica, tra pianificazione e azione.
Perché il tutto è più della somma delle singole parti, ma apprenderle o migliorarle rimane il training commerciale più efficace, forse l’unico possibile.